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Uomo e tecnica, al via la seconda edizione del format Qui, dove ci incontriamo alla galleria Di Caro

Vista della mostra Per necessità di rappresentazione, Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, 2024 - Courtesy Galleria Tiziana Di Caro e gli artisti, ph Danilo Donzelli
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Inaugurata il 24 maggio scorso alla Galleria Tiziana Di Caro e visitabile fino al 6 settembre 2024, Per necessità di rappresentazione si presenta come una riflessione corale sulla struttura e sul ruolo del dispositivo estetico, nel rapporto tra uomo e tecnica, realtà e finzione, e la loro compenetrazione nel contesto contemporaneo. La mostra si inserisce nella nuova edizione del format Qui, dove ci incontriamo, ideato nel 2019 da Tiziana Di Caro, Norma Mangione e Federica Schiavo.

Ad aprire le danze è Between the Acts di Jiajia Zhang, un’opera in formato video che, riprendendo i caratteri stilistici delle attuali piattaforme digitali, articola un linguaggio memestetico. Il riferimento al romanzo omonimo di Virginia Woolf trova spiegazione nell’effetto prodotto sullo spettatore dai repentini cambi di scena, non legati a una trama lineare e chiara, che inducono quei moments of being in cui l’individuo sperimenta un senso di autenticità, contrastante con gli stati di ‘non-essere’ che caratterizzerebbero gran parte della vita cosciente (Woolf, 1972). Se da un lato l’aspetto metalinguistico dell’opera chiarisce il riferimento – Woolf nel romanzo mette in scena, attraverso una mise en abyme, registri finzionali che richiamano il teatro shakespeariano e quello vittoriano – dall’altro se ne differenzia per l’impossibilità di distinguere tra la realtà quotidiana degli utenti e la rappresentazione intesa come performance. In questo contesto, ciò che rimane tra un atto e l’altro, nel confine tra ‘ribalta’ e ‘retroscena’ (Goffman, 1959) che diviene sempre più labile, tendendo verso quella che è stata definita come ‘precessione dei simulacri’ (Baudrillard, 2008), si traduce in un senso straniante che, manifestandosi nelle modalità di ricezione dell’utente contemporaneo immerso nelle dinamiche dell’estetica mediale, porta a un senso di autoconsapevolezza.

Vista della mostra Per necessità di rappresentazione, Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, 2024 - Courtesy Galleria Tiziana Di Caro e gli artisti, ph Danilo Donzelli 2
Per necessità di rappresentazione, Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, 2024 – Courtesy Galleria Tiziana Di Caro e gli artisti, ph Danilo Donzelli

Il rapporto dicotomico tra mimesis e realtà viene ulteriormente ribadito nelle due fotografie intitolate, rispettivamente, Rose (2023) e Switch (2023): nella prima un fiore artificiale viene innestato su un ramo con foglie appassite, con un chiaro rimando alla tradizione pittorica della natura morta e al tema della vanitas; nel secondo caso, l’immagine va a rappresentare un interruttore che, tra le varie opzioni, offre la possibilità di regolare l’umore.

Sebbene “le immagini dell’arte non forniscono armi alle lotte’, possono comunque contribuire a delineare ‘configurazioni nuove del visibile, del dicibile e del pensabile, e di conseguenza, un nuovo paesaggio del possibile” (Ranciére, 2008). Shadi Harouni dimostra una piena comprensione di questo concetto: infatti, in An Incomplete Timeline of Sorrow and Uspiring, benché rifletta su un contenuto dichiaratamente politico, la necessità di rappresentazione non si traduce in effetto anticipatorio, né in una rischiosa retorica dei messaggi indotti. L’artista, piuttosto, propone la possibilità di una trasformazione dello sguardo a partire dalla presentazione delle simbologie della lotta guidata dalle donne nella Repubblica islamica dell’Iran. In questo senso, frammenti di realtà carichi di drammaticità – come l’immagine di una mano insanguinata o uno dei mattoni utilizzati dai manifestanti per costruire barriere – si caricano di significato e, al contempo, appaiono decontestualizzati come dei props. Dallo sfondo, le braccia dell’artista fuoriescono come a voler offrire le reliquie della resistenza allo sguardo dello spettatore. La rappresentazione diretta della realtà è permeata da un’evidente costruzione teatrale, trasformando così la pretesa di un’arte politica in un “piacere difficile” (Bishop, 2012; Rancière, 2008).

Vista della mostra Per necessità di rappresentazione, Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, 2024 - Courtesy Galleria Tiziana Di Caro e gli artisti, ph Danilo Donzelli 1
Per necessità di rappresentazione, Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, 2024 – Courtesy Galleria Tiziana Di Caro e gli artisti, ph Danilo Donzelli

La mostra si chiude con The End… or is it? (2021) di Igor Grubić, creando un clima che oscilla tra l’escatologico e l’ironico. La celebre veduta, tanto amata nella stagione del Grand Tour, viene assorbita nei circuiti della riproducibilità tecnica, con un rimando stilistico di matrice pop, e finisce per essere rielaborata come un prodotto dell’industria culturale, con la citazione al celebre semicerchio stellato della casa cinematografica Paramount. Questa giustapposizione, interpretabile in relazione alla tradizione artistica, potrebbe riflettere l’incidenza dell’assunzione della veduta del golfo come topos nella pittura sette-ottocentesca, in analogia con l’assimilazione di tali paesaggi naturalistici nell’iconografia dei brand commerciali. In questo modo, si evidenzia la continua intersezione tra la veduta, l’industria pop e la tradizione artistica, suggerendo una riflessione più ampia sull’evoluzione delle rappresentazioni estetiche nel contesto contemporaneo. Infine, attraverso il rimando profetico, l’opera assume un tono ironico e provocatorio, suggerendo una riflessione sulle tematiche ambientali, offrendo uno sguardo satirico sul nostro rapporto con il mondo che ci circonda.


Igor Grubić, Shadi Harouni, Jiajia Zhang
Per necessità di rappresentazione
24 maggio 2024 – 6 settembre 2024
Prima tappa dell’edizione 2024 di Qui, dove ci incontriamo, progetto di Galleria Tiziana Di caro, Federica Schiavo Gallery e Laveronica Gallery
Galleria Tiziana Di Caro, Piazzetta Nilo 7, Napoli

www.tizianadicaro.it
@galleriatizianadicaro


Immagine di copertina: Vista della mostra Per necessità di rappresentazione, Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, 2024 – Courtesy Galleria Tiziana Di Caro e gli artisti, ph Danilo Donzelli


Bibliografia
Baudrillard, Jean. Simulacri e impostura. Bestie, Beaubourg, apparenze e altri oggetti (Simulacres et Simulation, 1981). Pgreco, Roma, 2022.
Bishop, Claire. Inferni artificiali. La politica della spettatorialità nell’arte partecipativa (Artificial Hells. Participatory Art and the Politics of Spectatorship, 2012). Luca Sossella editore, Roma, 2020.
Goffman, Erving. La vita quotidiana come rappresentazione (The Presentation of Self in Everyday Life, 1959). Il Mulino, Bologna, 1997.
Rancière, Jacques. Lo spettatore emancipato (Le spectateur émancipé, 2008). DeriveApprodi, Roma, 2022.
Woolf, Virginia. Momenti di essere e altri racconti (Moments of Being, 1972). Rizzoli, Milano, 1995.
Woolf, Virginia. Tra un atto e l’altro (Between the Acts, 1941). Guanda, Parma, 2009.


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