l'arte come non l'hai mai vissuta
CARRELLO
Cerca
Close this search box.

La poetica dell’inutile di Jean Tinguely

Jean Tinguely, Méta-Maxi, 1986, Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024, On loan from Mercedes-Benz Art Collection, Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano. Jean Tinguely: © SIAE, 2024. Foto Agostino Osio
Facebook
LinkedIn
WhatsApp

Fino al 2 febbraio 2025 l’HangarBicocca di Milano ospita Jean Tinguely.

L’esposizione – organizzata in collaborazione con il Museo Tinguely di Basilea a cura di Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli – ripercorre la carriera dell’artista svizzero con un nucleo di quaranta opere realizzate tra gli anni Cinquanta agli anni Novanta.

La celebrazione dell’efficienza decade completamente nell’arte di Jean Tinguely (Friburgo, 1925 – Berna, 1991). Aveva esordito come pittore per poi rendersi conto di essere entrato “in un vicolo cieco”. “Mi sono arenato”, aveva detto nel dicembre del 1982 alla Radio Televisione Belga, nel momento in cui dalla perplessità aveva forse capito che si poteva andare oltre. Una volta intuito il crollo di ogni piano, della condizione statica a cui era arrivato, era necessario fare un passo avanti. Inizia da qui la più grande retrospettiva italiana dell’artista svizzero dopo il 1991, anno della sua morte, presso l’Hangar Bicocca di Milano.

Con rumori e automatismi, sculture filiformi e semoventi. Sculture meccanizzate mediante ricombinazioni di oggetti desueti che superano la staticità della doppia dimensione. Opere di piccolo formato e dalle misure ambientali, determinate nel rintracciare il loro punto d’origine nell’estetica geometrica di primo Novecento. Forme essenziali e funzionali ora riscoperte nel loro carattere eversivo. Tricycle e Sculpture méta-mécanique, entrambe del 1954, e Méta-Herbin del 1955, tracciano con chiarezza il punto di vista. Aiutano a cogliere il nesso semplice con il dato contestuale, con quei retaggi che erano entrati, nel periodo tra le due Guerre Mondiali, nello stato di diritto dell’arte.

Eppure, quando tutto doveva essere al posto giusto, Jean Tinguely, dal canto suo, va “oltre la meccanica”. Oltre l’illusione della razionalità, fino al ricordo degli automatismi di stampo surrealista, tanto evidente nella replica di Méta-Matic No. 10, del 1959: una piccola macchina azionata da un motore che realizza disegni astratti a pennarello. L’artista correva da pioniere sulla via dell’inefficacia. Ed è qui la sorpresa, poiché non si tratta solo di una bella mostra a sfondo storico. Agli anni Cinquanta, infatti, si succedono altre decadi e altre ancora, per giungere fino a noi.

Nel tempo confuso in cui si possono di nuovo fruire le composizioni del maestro come sintesi di una delle più belle follie estetiche: lo scardinamento dalla tirannia dell’utilità. A cosa dobbiamo, dunque, quella sua persistenza e continuità formale che ha durato e perdurato fino alla fine degli anni Ottanta? Il movimento della materia è il fil rouge. La varietà e la mutazione dovuta a ingranaggi improbabili e suoni cacofonici espongono innanzitutto la melodia di un cambiamento, la transitorietà e il passaggio.

La non fermezza del tempo che crea e distrugge, avendo esso stesso una sua intrinseca poetica. Armonia e compostezza nella dinamica di un contesto. Le monumentali Cercle et carré-éclates (1981) e Méta-Maxi (1986) ne fanno memoria. Realizzate assemblando ruote e cinghie, motori elettrici con le loro componenti, regalano, pertanto, l’equilibrio delle parti. Rimanenze di ogni tipo, dal quotidiano al rurale (Plateau agriculturel, 1978), ospitano in se stesse la metrica di costruzioni effimere spinte fino al limite del decoro classico.


Jean Tinguely
A cura di Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli
10 ottobre 2024 – 02 febbraio 2025
Pirelli HangarBicocca – Via Chiese 2 Milano

www.pirellihangarbicocca.org
@pirelli_hangarbicocca


Immagine di copertina: Jean Tinguely, Méta-Maxi, 1986, Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024, On loan from Mercedes-Benz Art Collection, Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano. Jean Tinguely © SIAE, 2024. Foto Agostino Osio


Abbonati qui ad ArteiN per poter accedere ai contenuti esclusivi!

Articoli correlati
Scopri i nostri autori

Esplora la di articoli firmati da questo autore, lasciati affascinare dalle sue avvincenti storie e dalla sua unica prospettiva sull’arte.

Esplora la di articoli firmati da questo autore, lasciati affascinare dalle sue avvincenti storie e dalla sua unica prospettiva sull’arte.

Esplora la di articoli firmati da questo autore, lasciati affascinare dalle sue avvincenti storie e dalla sua unica prospettiva sull’arte.

Esplora la di articoli firmati da questo autore, lasciati affascinare dalle sue avvincenti storie e dalla sua unica prospettiva sull’arte.

Esplora la di articoli firmati da questo autore, lasciati affascinare dalle sue avvincenti storie e dalla sua unica prospettiva sull’arte.