La fotografia esce dalla sua cornice tradizionale per diventare protagonista di un dialogo con le altre arti. Succede a Casale Monferrato, dove la seconda edizione del MonFest trasforma l’intera città in un palcoscenico diffuso dedicato all’immagine.
Quattordici mostre si snodano tra le sale del Castello del Monferrato e altri spazi storici, creando un percorso che esplora il rapporto tra fotografia e arti performative. Un viaggio che attraversa momenti cruciali della cultura visiva del Novecento, dai Beatles alla grande stagione del cinema italiano, fino ai maestri del jazz.
Il cuore della rassegna pulsa nelle sale del Castello, dove gli scatti di Maria Vittoria Backhaus raccontano l’arrivo dei Beatles in Italia negli anni ’60: immagini che catturano non solo la band, ma l’energia di un’epoca di profondo cambiamento culturale. Accanto a queste, le fotografie di Mimmo Cattarinich ci restituiscono il volto più intimo del cinema italiano, con ritratti di attori e registi colti nei momenti meno ufficiali, dietro le quinte o durante le pause sul set.
Il jazz trova la sua celebrazione attraverso l’obiettivo di Roberto Polillo, che ha saputo immortalare i giganti di questo genere musicale. Le sue immagini in bianco e nero trasformano la musica in poesia visiva, catturando l’essenza di performance irripetibili.
Ma il MonFest non si limita a guardare al passato. La rassegna include progetti sperimentali che spingono i confini del medium fotografico verso nuove direzioni. È il caso di “SPB” di Ando, un’installazione che trasforma una camera oscura in uno spazio performativo dove il pubblico diventa soggetto, fotografato in un’atmosfera sospesa tra silenzio e musica.
Particolarmente significativo il progetto di Fiorella Baldisserri, che documenta l’avventura di un cinema nomade alimentato a energia solare. Un lavoro che unisce fotografia, cinema e sostenibilità ambientale, raccontando come l’arte possa essere veicolo di innovazione sociale.
Il festival si propone così come un osservatorio privilegiato sul rapporto tra fotografia e performing arts, dimostrando come l’immagine fissa possa catturare e restituire la magia del movimento, della musica e della performance dal vivo. Un’esplorazione che conferma la fotografia come arte capace di dialogare con tutti i linguaggi espressivi, creando ponti tra diverse forme di creatività.
La città stessa diventa parte integrante del festival, trasformandosi in uno spazio espositivo dove le immagini entrano in risonanza con l’architettura storica e il tessuto urbano. Il MonFest si configura quindi non solo come una serie di mostre, ma come un’esperienza immersiva che invita il pubblico a riscoprire il potere della fotografia di raccontare, emozionare e far riflettere.
MonFest 2024. La fotografia sale sul palco
A cura di Massimo Falletti
30 novembre 2024 – 4 maggio 2025
Castello del Monferrato, via Mameli 10 Palazzo Gozzani Treville, via Mameli 27 Casale Monferrato
www.monfestcasale.it
@monfest24_25
Immagine di copertina: MonFest 2024
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