Manca meno di un mese al termine di Tatuaggio. Storie dal mediterraneo, progetto espositivo realizzato negli spazi del Mudec di Milano a cura di Luisa Gnecchi Ruscone e Guido Guerzoni, con la collaborazione di Jurate Francesca Piacenti
Il 28 luglio è la data ultima per poter visitare una mostra unica nel suo genere: un progetto espositivo che affronta il tatuaggio dal punto di vista storico, antropologico e culturale, partendo dai luoghi in cui sono state rinvenute le sue prime inconfutabili testimonianze, il bacino del Mediterraneo.
Le immagini e le voci di tatuatori e tatuatrici contemporanei aprono il percorso espositivo, per poi lasciare spazio alla narrazione della storia millenaria del tatuaggio, approfondendone i diversi significati, funzioni e ritualità: ci si tatuava volontariamente per prevenire e curare malattie, dichiarare il proprio rango, esprimere la propria fede, celebrare riti di passaggio oppure si poteva essere tatuati “a forza”, in quanto schiavi, disertori o condannati, e per recare indelebili marchi d’infamia.
Nonostante la mostra presenti alcune carenze – apparati prolissi e qualche inserto pop – vi sono molti spunti e oggetti stimolanti, soprattutto nella parte relativa alla criminalizzazione del tatuaggio, provenienti dal Museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso di Torino: gli strumenti per tatuare costruiti dai detenuti, le fotografie dei loro tatuaggi e le caraffe in ceramica da loro incise rendono quest’esposizione unica e imperdibile.
Tatuaggio. Storie dal mediterraneo
A cura di Luisa Gnecchi Ruscone e Guido Guerzoni, con la collaborazione di Jurate Francesca Piacenti
28 marzo 2024 – 28 luglio 2024
MUDEC, Via Tortona 56 Milano
Immagine di copertina: Ritratto di Venitucci Giovanni, stampa al carbone, post 1914 – Courtesy Museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso, Torino
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