Da oggi, 11 aprile, fino al 14 incluso, la tredicesima edizione di MIA Photo Fair, con 100 espositori impegnati sui grandi temi della contemporaneità, 8 tra mostre e progetti speciali, 4 Premi e oltre 70 gallerie provenienti dall’Italia e dall’estero. In mostra anche oltre 50 opere provenienti dalle più importanti collezioni private italiane e un premio per il miglior artista. Un omaggio al fotografo Carlo Bavagnoli, recentemente scomparso.
Ambiente, valori femminili, identità nuove e comunità allargate, e nello stesso tempo, centralità della persona. Il repertorio tematico che informa la tredicesima edizione milanese del MIA Photo Fair non manca del rispetto dovuto alle contingenti etiche sociali occidentali. E le gallerie chiamate a esibire i propri portfolio esibiscono proposte conformi. La parola chiave è Changing, e nel segno del cambiamento corrente, di clima (ma non solo quello atmosferico) gli espositori italiani si confrontano e competono con le sempre più numerose presenze internazionali, dagli Stati Uniti, ma anche dall’Iran, oltre che dalle rappresentanze europee, Paesi Bassi, Francia e Svizzera. Direttore artistico dell’edizione di quest’anno è Francesca Malgara, affiancata da Ilaria Dazzi nella gestione dell’evento, che spiega: “Le fiere sono figlie del proprio tempo. Oggi registriamo la tendenza, da parte di fotografi di tutto il mondo, a utilizzare la macchina fotografica come strumento di documentazione e di denuncia. È giusto che il pubblico, attraverso progetti fotografici di grande qualità, possa trovare, insieme alla possibilità di acquisto, anche l’occasione di approfondire i grandi temi della contemporaneità. In questo senso credo che una fiera come MIA possa essere non solo luogo di business, ma anche occasione per incontrare prospettive diverse dalle nostre”. E l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi, annota: “Il tema scelto per l’edizione di quest’anno, il cambiamento, suggerisce l’assoluta potenza del mezzo artistico e di informazione che la fotografia rappresenta, capace di essere testimone e ispirare riflessioni sulle mutazioni del tempo, siano esse sociali, ambientali o culturali. Grazie all’esposizione di grandi artisti e reporter, alla presenza di gallerie provenienti da tutto il mondo, ai momenti di incontro e dibattito, MIA Photo Fair saprà avvicinare alla fotografia un pubblico sempre più ampio e diversificato”.
Particolare attenzione dell’obbiettivo fotografico di MIA, quest’anno, è puntata sull’area del Mediterraneo, con una trentina di fotografi che hanno lavorato sulla documentazione della specificità geografica di questa regione del mondo. Una narrazione, insomma, che pone evidenza sulla potenzialità del Mare Nostrum di essere ponte di connessione e dialogo.
Tra i fotografi esposti, da segnalare Ramak Fazel, che dopo aver vissuto alcuni anni a Milano si è trasferito a New York, dove attualmente vive e lavora, che presenta una serie di fotografie realizzate in Iran, con la promessa di abbandonare al più presto il proprio Paese e approdare tra le braccia del Grande Occidente. Poi Gabriele Basilico, immancabile, con scatti Vintage tratti dalla serie Iran realizzata nel 1970, durante un viaggio con una Fiat 124 verso Kabul. E poi grande spazio in mostra ai performer circensi nei Paesi a maggioranza musulmana, come Palestina e Afghanistan, di Johanna-Maria Fritz, ai concetti di identità e femminilità della visual artist egiziana Najla Said, che crea rappresentazioni alternative e decolonizzate dell’essere donna in una società patriarcale. Ma anche la fotografa russo svedese, residente al Cairo, Xenia Nikolskaya, che documenta l’architettura coloniale dell’Egitto, catturando ciò che resta di luoghi ormai quasi dimenticati.
Beyond Photography – Dialogue è invece la sezione curata da Domenico de Chirico connotata dal dialogo interdisciplinare tra la proposta fotografica monografica e medium espressivi alternativi della ricerca artistica: scultura, installazione, pittura, performance e video. Si va dagli scatti di Julien Spiewak alla pittura di Augusta Alexander, in dialogo con le creazioni fotografiche di Eugene Shishkin, passando per la fotografia dell’artista di fama mondiale Shirin Neshat circondata dalle sculture di Nika Neelova.
La sezione Reportage Beyond Reportage, a cura di Emanuela Mazzonis di Pralafera, invita lo spettatore a compiere un viaggio visivo tra le immagini di fotografi di diverse generazioni e nazionalità, provenienti da differenti continenti e una parte di loro presentati a Milano per la prima volta. Quest’anno la sezione sviluppa un focus dedicato al cambiamento del paesaggio in relazione a diversi fattori che hanno contribuito a modificarne l’aspetto e la conformazione.
Ampio spazio è dedicato alle mostre, con una selezione espositiva che è il risultato del legame profondo tra gli autori e i soggetti delle immagini: a emergere sono le relazioni intessute nell’ambiente familiare (come nei lavori di Ettore Sottsass ed Efrem Raimondi), nelle comunità fragili e sottorappresentate di cui spesso gli artisti fanno parte (come Zanele Muholi), e quelle che legano i fotografi a figure con cui hanno un rapporto di affetto (vedi Bruna Esposito) o di ammirazione (tra gli altri, i ritratti di artisti realizzati da Robert Mapplethorpe e Man Ray, o quelli di Jacopo Benassi). Allo stesso tempo, viene dato spazio alla collaborazione tra autori che lavorano in duo o come collettivi, ad esempio attraverso le opere di Vanessa Beecroft e Maurizio Cattelan.
MIA Photo Fair ospita, infine, per la prima volta, Il Manifesto dell’Abitare, che presenta la seconda edizione della Collettiva di Architettura all’interno di una lounge dedicata, in grado di catturare grazie a una speciale vernice le emissioni di CO2, contribuendo così a ridurne l’impatto ambientale. Un connubio tra architettura e fotografia che nasce dalla volontà di MIA Photo Fair e Manifesto dell’Abitare di promuovere una contaminazione culturale, affiancando diverse forme di espressione artistica.
MIA Photo Fair 2024
11 aprile – 14 aprile 2024
Allianz MiCo – Via Gattamelata 13, Gate 16 – Milano
Immagine di copertina: Henry Fair, Top Of Oil Tank At Tar Sands Refinery, 2009 Fine art print on Aludibond 70 x 105 cm Courtesy ARTCO Gallery, Berlin
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