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ArteiN TG WEB – Undicesima edizione

Gregorio Botta, exhibition view, Disgelo, Atipografia, 2025
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L’undicesima edizione del nostro TG dell’arte parte dal “Disgelo” di Gregorio Botta negli iconici spazi di Atipografia, per passare poi alla riflessione climatica di Alessandro Grassani al Museo Diocesano di Milano. Il nostro percorso nell’arte si conclude tra le vette delle Alpi piemontesi, attivate dal lavoro sinfonico di Ferrero e Mongitore.

1. Gregorio Botta, la natura e il tempo

Immagini di allestimento, Gregorio Botta. Disgelo, Atipografia (1)
Gregorio Botta, exhibition view, Disgelo, Atipografia, 2025

Disgelo presenta un nucleo di opere inedite, realizzate appositamente per Atipografia, la galleria di Arzignano, in provincia di Vicenza, da Gregorio Botta, artista napoletano noto per la sua ricerca poetica e minimalista. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma, ha esposto in numerose gallerie italiane e straniere e sue opere sono nelle collezioni della Galleria Nazionale e del MAXXI di Roma, del Mart di Rovereto e del Madre di Napoli.

Le sue creazioni, intrise di poesia, dialogano con elementi naturali come l’aria, l’acqua e la terra, utilizzando materiali come cera, alabastro e ferro.
Tra le opere esposte, spiccano lavori che incorporano foglie e altri elementi organici, trasformati in sculture che sembrano sospese nel tempo.

La mostra invita il visitatore a un’esperienza intima e meditativa, in cui il silenzio fa parte del percorso.
L’esposizione, curata da Elena Dal Molin, è l’occasione per scoprire un ponte tra l’umano e il naturale.


2. Alessandro Grassani e la sua “Emergenza climatica”

Alessandro Grassani, Mongolia, provincia di Arkhangai © Alessandro Grassani
Alessandro Grassani, Mongolia, provincia di Arkhangai © Alessandro Grassani

A Milano ha aperto la mostra “Alessandro Grassani. Emergenza climatica”. Un viaggio ai confini del mondo fruibile al Museo Diocesano.

Alessandro Grassani, fotografo documentarista, ci regala un viaggio visivo attraverso quattro Paesi colpiti in modo drammatico dai cambiamenti climatici. In Mongolia, il freddo estremo (-50°C) ha decimato il bestiame, costringendo pastori come Erdene Tuya a lasciare le loro terre. In Kenya, la siccità e le dispute per l’acqua hanno spinto Rose Juma e la sua famiglia a fuggire verso città già sovraffollate. Ad Haiti, uragani e deforestazione hanno reso impossibile la vita rurale, mentre in Bangladesh l’innalzamento del livello del mare e la salinizzazione delle terre hanno trasformato Dhaka in una meta obbligata per migliaia di sfollati. 

La mostra, sostenuta dalla Fondazione Grana Padano, non è solo un racconto fotografico, ma un appello alla coscienza collettiva. Come ha dichiarato Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano, “diamo voce a chi soffre nell’indifferenza generale, per stimolare una partecipazione attiva nel contrastare una delle più grandi minacce globali”. 

Un’esposizione che ci ricorda come il cambiamento climatico non sia un problema lontano, ma una realtà che tocca tutti noi. 


3.  Montagne, clima e alt(r)e visioni

Giorgio Ferrero e Rodolfo Mongitore & EX, Thermocene, 2025, still da video, dett. (3) (1)
Giorgio Ferrero e Rodolfo Mongitore & EX, Thermocene, 2025, still da video, dett.

Le Gallerie d’Italia e le Antiche Ghiacciaie ospiteranno Thermocene, una sinfonia visiva e sonora creata in due bivacchi futuristici a 3000 metri di altitudine sulle Alpi piemontesi. Ferrero e Mongitore, isolati e privi di servizi di base, hanno trasformato le tracce invisibili dell’uomo – rumori e onde radio – in un’opera che esplora l’interconnessione tra esseri umani e natura nell’era del cambiamento climatico. 

La mostra, divisa in due sezioni, offre un’esperienza immersiva: nella prima, il caos acustico della saturazione umana domina l’ambiente, mentre nella seconda, il caos si trasforma in sinfonia. Parallelamente, alle Gallerie d’Italia, un’installazione video anticipa il film omonimo in fase di preproduzione. 

Un progetto che sfida l’idea di “impatto zero” e ci invita a ripensare il nostro rapporto con la natura. 


Immagine di copertina: Gregorio Botta, exhibition view, Disgelo, Atipografia, 2025


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