Nel 2025, la GAMeC di Bergamo prosegue la sua esplorazione del territorio, della montagna e delle sue narrazioni attraverso una rassegna cinematografica che, tra febbraio e maggio, porta in tournée nelle valli bergamasche tre opere filmiche di Michela de Mattei e Invernomuto, Agnese Galiotto e Giulio Squillacciotti.
La scelta del cinema come mezzo di espressione non è casuale: la settima arte si fa strumento di indagine e narrazione, capace di restituire la complessità del paesaggio orobico e delle sue trasformazioni culturali e naturali. Nel contesto del Biennale delle Orobie, la rassegna evidenzia le potenzialità simboliche e tecniche di un linguaggio democratico e popolare, capace di dar voce a storie locali con una risonanza universale, un mezzo per leggere il presente e immaginare futuri possibili.
Visioni critiche di Federico Quartiroli
Mut di Giulio Squillacciotti
Mut è un’opera dal forte sapore documentaristico, che narra le giornate di una tipica famiglia di allevatori e la loro vita in alpeggio.
Con le montagne come accompagnamento costante, vediamo a rotazione, rigorosamente a camera fissa, l’alternarsi di scene di quotidianità che coinvolgono la famiglia e i loro animali.
L’occhio del regista ci offre un punto di vista privilegiato, che “facilmente” avrebbe potuto sfruttare un rapporto d’aspetto più largo per dare ampio respiro alle vedute montane, invece, preferendo un rapporto di 1:1 quadrato, sceglie in maniera consapevole di concentrarsi sulle semplici azioni di tutti i giorni, restituendo uno spaccato di vita reale, di rapporto genuino con animali e natura, narrate con una naturalezza impressionante.
Migratori di Agnese Galiotto
Migratori si distingue per la sua capacità di fondere rigore scientifico e poesia visiva, trasformando una procedura prettamente tecnica come l’inanellamento degli uccelli in una meditazione sulla fragilità e la bellezza della natura.
La giovane autrice documenta un’attività che, pur essendo indispensabile per monitorare le migrazioni e studiare gli effetti del cambiamento climatico, comporta anche una inevitabile forma di costrizione nei confronti degli animali, suscitando nello spettatore una serie di domande sulla libertà, fino a toccare la tematica dell’esistenza stessa, facendoci quasi immedesimare nella soggettiva animale.
La regia utilizza una varietà di inquadrature: i primi piani intensi catturano l’emozione e la dedizione degli ornitologi; i campi larghi fanno respirare la narrazione donando armonia e maestosità al paesaggio, valorizzandolo.
Un plauso va fatto alla fotografia, che esprime attraverso i colori vibranti il desiderio di vita delle specie animali.
Paraflu di Michela de Mattei e Invernomuto
Paraflu, il progetto filmico di Michela de Mattei e Invernomuto, si inoltra nei paesaggi delle Alpi Lombarde per esplorare il ritorno del lupo nelle valli bergamasche.
Alludendo ai racconti del filosofo e naturalista Morizot, che attribuiscono al lupo l’arte magica del depistaggio, l’opera si snoda attraverso un montaggio narrativo frammentato, non di semplice interpretazione, in cui immagini e illusioni ottiche creano un universo disorientante, invitando lo spettatore a confrontarsi con il proprio immaginario.
Girato in pellicola 16mm, Paraflu propone un’estetica materica, grunge e fuori dal tempo, che integra effetti generati da intelligenza artificiale, che amplificano la tensione e l’ambiguità narrativa.
La narrazione – supportata da un voice over che introduce riferimenti a tecniche magiche – analizza il rapporto tra spettatore e illusione, creando un’esperienza stratificata che depista e sfugge continuamente alla linearità delle aspettative.
L’opera inquieta, sconvolge e rivolta lo stomaco dello spettatore lasciando in lui profonde riflessioni, specialmente durante i titoli di coda, dove è particolarmente apprezzata la presenza di latrati di lupi fuori campo, una strategia di allentamento della tensione graduale e non netta che rimane coerente, fino in fondo, allo stile della pellicola.
Pensare come una montagna
un progetto biennale di GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Direzione artistica, Lorenzo Giusti; Associate Curators, Sara Fumagalli e Marta Papini; Head of Magazine, Valentina Gervasoni
Calendario proiezioni:
23 febbraio / Branzi, Val Brembana – MUT
15 marzo / Gorno, Val del Riso – Proiezione dei tre film
5 aprile / Vedeseta, Val Taleggio – Proiezione dei tre film
11 maggio / Averara, Val Brembana – Migratori
18 maggio / Gromo, Val Seriana – Paraflu
www.pensarecomeunamontagna.gamec.it
@gamec_bergamo
Immagine di copertina: Agnese Galiotto, Migratori, still dal film – Courtesy l’artista e GAMeC
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